Abbiamo incontrato Claudia, di Claudette Boutique. Claudia è una giovane e bella imprenditrice romana che ci ha raccontato la sua esperienza in un settore che sta attirando l’attenzione di un pubblico sempre più ampio. Parliamo delle boutiques vintage e dell’artigianato di seconda mano. Oggi ci aiuterà a capire meglio questo nuovo fenomeno.
La moda vintage, una tendenza tutta nuova.
Da qualche anno nel mondo si è diffuso un nuovo fenomeno di costume, parliamo dell’apertura di boutiques e negozi che offrono: abbigliamento, oggettistica, minuterie e accessori ‘second hand‘ o più comunemente detti ‘vintage’.
Quale che sia il motivo per cui questa tendenza abbia preso piede, c’è da dire che sta conquistando notevoli fette di mercato nell’ambito dell’abbigliamento femminile e, sta anche attirando l’attenzione di un pubblico sempre più ampio.
Il nostro paese non poteva essere immune da questa rivoluzione low budget. E infatti si stanno diffondendo a macchia d’olio tante nuove piccole, ma creativissime attività, che puntano ad una vendita rivoluzionaria, distante da quella asettica e diretta dei centri commerciali, più vicina invece alle esigenze delle persone.
Claudia ci ha spiegato che, quando parliamo di vintage e, soprattutto quando lo facciamo nel campo dell’abbigliamento, andrebbe sottolineato l’aspetto “umano” dei comportamenti durante la fase di acquisto, che si riappropria di quelle confidenze e di quei piccoli consigli che sono del tutto scomparsi nella vendita retail, tra commessa e cliente.
Qui di seguito la chiacchierata fatta con Claudia, il perché della sua scelta, come vede questo settore, quali ambizioni e sogni ripone in questa nuova attività.
Da dove è nata l’idea di una boutique vintage in provincia di Roma?
L’idea è nata dal voler portare anche nella provincia, tra strade secondarie e piccoli negozi, qualcosa che fosse allo stesso tempo “nuovo ma vecchio”. Proprio per questo e, considerando la ciclicità della moda, ho pensato di far coesistere in un unico luogo qualcosa che profumasse di ricordi ma anche di novità.
Cosa ti aspetti da questo primo anno, che sensazioni percepisci?
La sensazione è stata sin da subito positiva, nonostante il mercato attuale viva un’oggettiva difficoltà, il “Vintage Corner” ha riscosso un ottimo successo. Credo che con un po’ di tempo, l’aiuto dei social network e soprattutto il passaparola, il consenso continuerà ad aumentare.
Si può considerare come una risposta alternativa al multibrand offerto dalla GDO?
Assolutamente si. Non solo, in un’epoca in cui l’acrilico e il poliestere la fanno da padrone, il vintage riporta in auge capi di manifattura sartoriale con stoffe e materiali di qualità sicuramente più alta. Da sottolineare anche che indossare un abito vintage, oggi, ci permette di distinguerci da una massa uniformata figlia dei marchi delle catene venduti nei vari centri commerciali. Da qui la differenza tra seguire o fare la tendenza.
Le persone sono più abituate alla vasta offerta dei grandi marchi, voi che cosa offrite di diverso e di attraente per il pubblico?
La piccola boutique offre prima di tutto il rapporto ritrovato tra cliente e negoziante, cosa che nelle grandi catene si è andata via via perdendo. Si ritrova poi un arredamento non uniformato, l’attenzione ai dettagli, capi ricercati, si lascia spazio all’artigianato e soprattutto si coccola il cliente.
La percezione che abbiamo avuto guardando a questa realtà è l’interazione col pubblico. A un certo punto si diventa modelle?
Si, e questa è una delle carte vincenti. La cliente che entra e prova un vestito, magari un po’ fuori dagli schemi, fotografata si sente bella, lusingata e più facilmente predisposta ad acquistare capi che non fanno parte del suo guardaroba standard. Diciamo che questo “gioco” permette di scoprire o, riscoprire, uno stile che non pensavamo nostro.
I social cavalcano questa necessità di visibilità al punto da spingere anche le vendite, oppure è solo la sensazione che abbiamo da fuori?
I social aiutano moltissimo. Instagram in particolare è una vetrina internazionale che permette di arrivare ovunque. Come dicevo prima, anche tra le clienti diventa un gioco: indossano un abito, si fotografano, taggano la boutique e il cerchio si allarga. Diciamo che i social sono il nuovo passaparola di una volta.
Puoi parlarci della tua offerta? Che cosa vendi?
Nella mia boutique si possono trovare abiti nuovi, vintage o restyle, che strizzano l’occhio a tempi passati. Si possono trovare capi provenienti da mercatini inglesi, berlinesi o anche romani. Gli accessori sono tutti fatti a mano per dare spazio all’artigianato vero. Inoltre, metto a disposizione libri da consultare, magari sorseggiando un tè o mangiando una fetta di crostata che ogni pomeriggio offro alle mie clienti. Il mio non vuol essere solo un semplice negozio di abbigliamento ma anche un punto di incontro dove scambiare due chiacchiere, ascoltare buona musica tra abiti e oggettistica del passato.
Come contattare Claudette Boutique:
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